Si è conclusa la prima fase del monitoraggio di Pelagos Plastic Free

Il team di di Expédition MED nel 2018 ha realizzato 60 prelievi d’acqua con la rete Manta; 6 prelievi di acqua di mare; 20 prelievi in 4 porti; 20 prelievi in 4 fiumi. E tutti i campioni raccolti contenevano plastica.

Una delle più alte concentrazioni di plastica in mare del mondo si trova nelle acque dell’Arcipelago toscano, a nord dell’Isola d’Elba, tra la Corsica e Capraia ed Expedition MED nel 2018 ha analizzato anche quest’area, con una tappa all’Elba nel mese di luglio per incontrarsi con i giovani volontari del progetto Vele Spiegate di Legambiente, che per il secondo anno ha ripulito e catalogato i rifiuti presenti nelle spiagge dell’Arcipelago Toscano.

I rifiuti plastici dispersi in mare possono contenere dei prodotti tossici derivanti dal processo di fabbricazione e possono assorbire i contaminanti organici persistenti presenti nell’acqua di mare. Poco tempo dopo essere arrivati in mare, il rifiuto di plastica è ricoperto da una fine pellicola organica (biofilm) composta di alghe unicellulari, di batteri, di invertebrati microscopici o di virus: questo vero e proprio ecosistema in miniatura, la cosidetta “Plastisfera” può anche contenere dei batteri pericolosi, patogeni per gli organismi o servire da supporto galleggiante per la fioritura di alghe tossiche.

Le grandi specie che si alimentano per filtrazione del plancton come la balenottera comune (Balenoptera physalus) ingeriscono così nella stessa occasione tante microplastiche. Le analisi di pelagos Plastic Free hanno insistito proprio sulle aree di foraggiamento dei cetacei, dove le microplastiche si mescolano con il plancton di cui si nutre il Krill, i piccoli gamberetti che sono il cibo case delle balene. Dopo il prelievo, i frammenti raccolti sono stati divisi in tre pezzi per determinare il tipo di polimero, analizzare la sua superficie con un microscopio elettronico a scansione, analizzare il DNA dei microrganismi e  identificare i copepodi e i diversi tipi di diatomee.

“L’invasione biologica e batteriologica dei rifiuti plastici colonizzati da comunità batteriche potenzialmente pericolose per l’ecosistema marino e patogeni per l’uomo sta diventando un fenomeno inquietante – hanno ribadito gli esperti di Expedition MED -.  Per questo è urgente intervenire sulla terra ferma rafforzando la filiera della raccolta, della selezione e dello smaltimento dei rifiuti, promuovendo pratiche di economia circolare”.

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